Vincenzo Guerrazzi nato a Mammola nel 1940 e trasferitosi a Genova all’età di 17 anni, passa da ex-operaio all’Ansaldo Meccanico, fino alla realizzazione negli anni ’70 di coraggiosi “libri inchiesta” e romanzi, ove ha mostrato grandi capacità di provocazione e di fiuto politico. Il suo primo libro “Nord e Sud uniti nella lotta”, finalista Premio Sila edito da Marsilio nel 1975, è adottato come libro di testo nelle scuole per poi venire sequestrato tanto da divenire un “caso” discusso in Parlamento, oltre che da tutte le maggiori testate giornalistiche.

Tutto ciò a pochi anni di distanza dalla storia-documento delle lotte operaie raccontate da Nanni Balestrini in “Vogliamo tutto”, dove però, per la rappresentazione di questa sorta di discesa agli inferi nel mondo della fabbrica, Guerrazzi non impersona un indifferenziato operaio-massa, si oppone invece implicitamente alla mimesi neorealistica attraverso la sua esperienza diretta di vita alienata. Il tutto attraverso invenzioni stilistico-letterarie che trapassano di continuo dalla satira beffarda all’ironia più dissimulata, dall’invettiva alla deformazione grottesca, visionaria ed onirica, arrivando persino a toccare le note più profonde dell’umana tenerezza.

Guerrazzi ha poi trasferito lo stesso impegno intellettuale anche nella pittura utilizzata come strumento di dissacrante rilettura degli idoli e dei miti collettivi. Come pittore si è rivelato al pubblico nel 1977 sull’Espresso n. 12 con un ampio servizio di Valerio Riva, Pasquale Chessa e un intervento critico di Maurizio Fagiolo. Nelle sue tele Guerrazzi non ha solo raffigurato le immagini del potere o della fabbrica, ma anche la presa che questo ha sulla collettività in un dato momento storico. Da allora Guerrazzi ha continuato un’intensa produzione di romanzi, inchieste, e di grandi quadri sulla vita di fabbrica e sui personaggi noti della politica, da Zaccagnini a Berlinguer attraverso Nenni, smitizzati con sciabolate di colore vivo e grumoso. Insomma, una voce del contemporaneo su eventi e fatti che ancora oggi pochi riescono con chiarezza a collocare e comprendere.

È inoltre rappresentato nelle più importanti Storie della Letteratura Italiana edite da Laterza, Editori Riuniti, Fabbri, Garzanti, Einaudi, Rizzoli, Feltrinelli etc…

I suoi libri e la sua pittura sono stati regolarmente recensiti dai più illustri giornalisti e critici italiani e non solo, quali Enzo Biagi (Il Corriere della Sera), Carlo Cassola (La Stampa), Giorgio Bocca (Il Tempo), Maurizio Fagiolo, Giuliano Zincone, Valerio Riva, Maria Gentile, Camilla Cederna (L’Espresso), Goffredo Fofi (Il Manifesto), Brunella Schisa (Il Venerdì di Repubblica), Helmut Richter, direttore dei Musei di Norimberga e molti altri.

www.vincenzoguerrazzi.org

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