Le aree delle acciaierie di Cornigliano tra passato e futuro
di Enrico Da Molo
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La storia e le “lotte”
Il nuovo assetto
Il futuro
La storia e le “lotte”
Splendido luogo di villeggiatura decantato da Petrarca e mèta del Grand Tour con le sue nobili Ville, Cornigliano (che trae il suo nome dalla gens Cornelia) nel XX secolo è divenuto uno dei siti industriali per eccellenza.
Tra gli anni ‘30 e i primi anni ’50 l’IRI, secondo il progetto di Oscar Sinigaglia, ne fa una capitale dell’acciaio sul mare, con riempimenti per un milione di metri quadrati.
Negli anni ’80, sotto la spinta dei Comitati locali, e in particolare delle “Donne di Cornigliano”, nasce la volontà di chiudere la produzione a caldo, altamente inquinante.
A partire dagli anni ’90, pertanto, numerosi sono i tentativi di trovare una soluzione al problema, tenuto altresì conto del fatto che nel frattempo la proprietà è divenuta privata (Ilva - Gruppo Riva), da statale che era (Italsider).
Il nuovo assetto
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Nella pratica impossibilità di applicare l’accordo di programma del 1999, nel luglio del 2005 finalmente si raggiunge un’intesa, consacrata nella firma, l’8 ottobre 2005, dell’Atto Modificativo.
In conseguenza dell’intesa raggiunta, viene interamente dismessa la produzione a caldo (l’ultima colata è del 29 luglio 2005), e aree per circa 300.000 mq. vengono restituite alle Istituzioni pubbliche.
Tuttavia, viene interamente salvaguardata l’occupazione (circa 3.000 addetti diretti, oltre l’indotto), attraverso un piano industriale che potenzia le attività “a freddo” nell’area (di circa 1.050.000 mq.) concessa in diritto di superficie per 60 anni al Gruppo Riva. In attesa dei nuovi impianti previsti dal piano industriale, per un periodo di tre anni, i circa 650 lavoratori posti in cassa integrazione vengono impiegati in progetti di pubblica utilità promossi dalla Regione e gestiti dagli Enti locali (tutela del verde, manutenzioni e altro).
E’ un raro, se non unico, esempio di impresa redditizia (il gruppo Riva è uno dei principali gruppi industriali italiani e il sesto produttore mondiale di acciaio) che viene trasformata (e in parte dismessa) per una finalità di riqualificazione ambientale.
Così come è un raro esempio di raggiunto equilibrio tra le imprescindibili esigenze ambientali e le legittime preoccupazioni occupazionali.
Il futuro
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Ora la sfida delle Istituzioni locali, che operano attraverso la “Società Per Cornigliano SpA” (www.percornigliano.it), è quella di utilizzare queste aree “riconquistate” (e le risorse statali a disposizione, pari a circa 215 milioni di euro) per raggiungere obiettivi plurimi.
Preliminare ad ogni intervento è l’attività di bonifica ambientale, consistente soprattutto nello smantellamento di impianti e nella demolizione di manufatti e, in parte, nella bonifica del suolo. Si tratta di un’area di circa 265.000 mq. e la bonifica si prevede durerà poco meno di tre anni.
Una volta bonificata l’area, gli obiettivi che ci si è prefissi sono i seguenti.
1. Infrastrutture viarie
Da un lato, attraverso la realizzazione della nuova strada di scorrimento e lo spostamento della stazione ferroviaria, l’obiettivo è quello di far fronte alle esigenze legate alla mobilità dell’intero Ponente genovese, e nel contempo di sgravare Via Cornigliano dal traffico di attraversamento (ad oggi, dopo la chiusura dell’impianto a caldo, la principale fonte di inquinamento dell’aria) con il conseguente effetto di riqualificazione urbana.
Da questo punto di vista, è in corso di progettazione una strada di scorrimento che, parallela alla linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, collegherà la zona dell’aeroporto con la zona della Lanterna e sulla quale si innesterà la viabilità di sponda del Polcevera.
2. Area per attività logistico-portuali
Un secondo obiettivo è quello di accrescere il tessuto produttivo, dotando il porto di un’area per attività di logistica e di manipolazione delle merci.
Da questo punto di vista, è stato previsto che, una volta ultimata la bonifica, un’area di circa 140.000 mq. venga messa nella disponibilità dell’Autorità Portuale, che, ai fini dell’infrastrutturazione di tale area, può già disporre di importanti finanziamenti.
3. Riqualificazione urbana
Infine, ma forse ancor più importante, l’obiettivo è quello di rispondere all’istanza di ricucitura tra l’abitato e lo stabilimento siderurgico, attraverso un progetto urbanistico di elevata qualità e di risposta alle esigenze del quartiere.
Al riguardo, le Istituzioni sono consapevoli che, così come il nuovo assetto è stato fortemente sollecitato dai cittadini di Cornigliano e ottenuto anche grazie alle loro battaglie, anche per disegnare la Cornigliano che verrà è fondamentale dar vita ad un vero processo partecipativo che veda i cittadini protagonisti del loro futuro.
Verrà pertanto realizzato un “Master Plan”, non limitato all’area dismessa dallo stabilimento siderurgico, ma che riguarderà l’intera Cornigliano (con particolare riguardo a Via Cornigliano, all’area dell’attuale rimessa degli autobus, a Villa Bombrini e a Villa Serra) e che prevederà funzioni miste, sia a livello di quartiere, che a livello sovracomunale.
La strategia già delineata mira a promuovere la riqualificazione dell’abitato anche attraverso l’insediamento di un forte polo di attrazione, strategia già dimostratasi pagante nell’area del Porto Antico con l’insediamento dell’Acquario. L’ideale sarebbe quello di collegare il nascente polo ai temi della scienza e dell’industria, che hanno fortemente connotato nel passato, ma ancora connotano nel presente e nel futuro (Finmeccanica, IIT, Erzelli, etc.) Cornigliano e, in generale, il Ponente genovese.