L’intervista a Gonizzi è nata quando
ancora non esistevano il progetto della rivista né
il piano di ricerca che si intende realizzare attraverso
queste schede. Dunque, alcune informazioni evidenziate
nella presentazione precedente non appaiono semplicemente
perché non erano state previste nell’intervista.
Eppure, abbiamo inteso portarla all’attenzione
dei lettori perché già in tale testimonianza
compaiono gli elementi che definiscono la particolarità
di questo archivio d’impresa.
Esso non nasce come prodotto della fisiologia organizzativa
dell’impresa: alle spalle dell’archivio
esiste
il vuoto generato dall’esperienza
di una multinazionale – la WR Grace & Co.
- che considera l’identità d’impresa
un relitto culturale di un capitalismo familiare arretrato,
mentre sul piano organizzativo
sottovaluta
le potenzialità connesse a una buona
gestione dell’archivio.
Il recupero della documentazione storica è
dunque l’atto di volontà di un
imprenditore
– Pietro Barilla - che vi coglie un’
opportunità
di affermazione della propria leadership
(la realizzazione del volume sulla storia dell’impresa
del 1994).
L’archivio nasce da un processo volontaristico
(Gonizzi conia la locuzione archivio
di ricostruzione) collazionando documenti
recuperati all’esterno e all’interno
dell’impresa: di qui l’impostazione
documentalistica dell’ordinamento che rende
questa istituzione culturale più affine a
una biblioteca che a un archivio.
Infine, l’evoluzione: la
presenza di un archivista consente di ridurre le
anomalie iniziali e di realizzare un vero archivio
muovendo dalla fisiologia dell’organizzazione.
In conclusione, l’istituzione culturale nasce
da un disegno di politica aziendale teso a colmare
la cesura tra due fasi della gestione familiare
dell’impresa. L’archivio di ricostruzione
di cui parla Gonizzi diventa simbolo dell’impegno
che la famiglia ha assunto nei confronti dell’impresa
come comunità di soggetti;
la dimensione valoriale che esso viene ad assumere
ne fa il perno del processo formativo delle nuove
risorse umane che entrano nell’impresa.
Il legame tra famiglia imprenditoriale, impresa
e archivio diventa a questo punto irreversibile
e riceve validazione dalla presenza,
all’interno dell’archivio d’impresa,
di una sezione documentale dedicata espressamente
alla famiglia. Poco conta che il processo descritto
attesti lo stravolgimento dei canoni dell’archivistica
classica: ciò che conta è che esso
è funzionale al perseguimento della leadership
imprenditoriale prima, e all’organizzazione
dell’impresa poi.
Il fatto è che rispetto alla tradizionale
sistematizzazione dell’ordinamento sui beni
culturali, l’impresa è un soggetto
naturalmente eretico. La produzione della cultura
d’impresa è un processo unitario
che aborre ogni ripartizione legata non solo alla
tipologia dei beni culturali ma addirittura alla
loro provenienza. Di qui ancora uno spunto di riflessione
che ci viene offerto da Gonizzi quando ricorre al
termine di istituzioni culturali
dell’impresa aggirando la difficoltà
– e l’inefficacia metodologica –
della tassonomia tradizionale (archivi, musei, raccolte,
collezioni) in tema di conservazione dei beni culturali.