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Prefazione
di Giuseppe Paletta
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L’intervista a Gonizzi è nata quando ancora non esistevano il progetto della rivista né il piano di ricerca che si intende realizzare attraverso queste schede. Dunque, alcune informazioni evidenziate nella presentazione precedente non appaiono semplicemente perché non erano state previste nell’intervista.
Eppure, abbiamo inteso portarla all’attenzione dei lettori perché già in tale testimonianza compaiono gli elementi che definiscono la particolarità di questo archivio d’impresa.
Esso non nasce come prodotto della fisiologia organizzativa dell’impresa: alle spalle dell’archivio esiste il vuoto generato dall’esperienza di una multinazionale – la WR Grace & Co. - che considera l’identità d’impresa un relitto culturale di un capitalismo familiare arretrato, mentre sul piano organizzativo sottovaluta le potenzialità connesse a una buona gestione dell’archivio.
Il recupero della documentazione storica è dunque l’atto di volontà di un imprenditore – Pietro Barilla - che vi coglie un’opportunità di affermazione della propria leadership (la realizzazione del volume sulla storia dell’impresa del 1994).

L’archivio nasce da un processo volontaristico (Gonizzi conia la locuzione archivio di ricostruzione) collazionando documenti recuperati all’esterno e all’interno dell’impresa: di qui l’impostazione documentalistica dell’ordinamento che rende questa istituzione culturale più affine a una biblioteca che a un archivio.

Infine, l’evoluzione: la presenza di un archivista consente di ridurre le anomalie iniziali e di realizzare un vero archivio muovendo dalla fisiologia dell’organizzazione.

In conclusione, l’istituzione culturale nasce da un disegno di politica aziendale teso a colmare la cesura tra due fasi della gestione familiare dell’impresa. L’archivio di ricostruzione di cui parla Gonizzi diventa simbolo dell’impegno che la famiglia ha assunto nei confronti dell’impresa come comunità di soggetti; la dimensione valoriale che esso viene ad assumere ne fa il perno del processo formativo delle nuove risorse umane che entrano nell’impresa.

Il legame tra famiglia imprenditoriale, impresa e archivio diventa a questo punto irreversibile e riceve validazione dalla presenza, all’interno dell’archivio d’impresa, di una sezione documentale dedicata espressamente alla famiglia. Poco conta che il processo descritto attesti lo stravolgimento dei canoni dell’archivistica classica: ciò che conta è che esso è funzionale al perseguimento della leadership imprenditoriale prima, e all’organizzazione dell’impresa poi.

Il fatto è che rispetto alla tradizionale sistematizzazione dell’ordinamento sui beni culturali, l’impresa è un soggetto naturalmente eretico. La produzione della cultura d’impresa è un processo unitario che aborre ogni ripartizione legata non solo alla tipologia dei beni culturali ma addirittura alla loro provenienza. Di qui ancora uno spunto di riflessione che ci viene offerto da Gonizzi quando ricorre al termine di istituzioni culturali dell’impresa aggirando la difficoltà – e l’inefficacia metodologica – della tassonomia tradizionale (archivi, musei, raccolte, collezioni) in tema di conservazione dei beni culturali.

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