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I perché di una rivista
di Alessandro Lombardo e Giuseppe Paletta
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Chi siamo
Perché «Culture e impresa»
Perché una rivista elettronica e bilingue


Chi siamo

Il Centro per la cultura d’impresa e la Fondazione Ansaldo-Archivio economico delle imprese liguri sono istituzioni culturali sorte dal sistema imprenditoriale per promuovere la cultura d’impresa e tutelare il patrimonio storico-culturale (archivi, manufatti, biblioteche tecniche, ecc.) prodotto dai soggetti economici.
Nate rispettivamente dalla Camera di commercio di Milano e dall’Ansaldo-Finmeccanica, esse hanno una comune radice costitutiva nell’assunto che l’impresa non è soltanto attore economico ma perno del processo di modernizzazione socio-economica del paese. L’orizzonte culturale dell’attività del Centro e della Fondazione è dunque l’impresa vista come istituzione della modernità e, al tempo stesso, come scenario dell’azione coordinata di una pluralità di soggetti sociali aventi finalità prevalentemente economiche.


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Con questo numero prende avvio «Culture e impresa», una rivista elettronica che abbiamo ideato con l’ambizione di dare voce ai nostri obiettivi istituzionali: la tutela del patrimonio culturale dei soggetti economici e la promozione della cultura d’impresa.
Abbiamo scelto un titolo, «Culture e impresa», che sottolinei la nostra attenzione alla molteplicità delle culture economiche, organizzative, tecnologiche, scientifiche, antropologiche di cui l’impresa è incubatore e all’insieme dei saperi necessari a darne interpretazione scientifica.
Attraverso «Culture e impresa» intendiamo mettere a disposizione degli studiosi e dell’intera comunità la documentazione storica prodotta dalle imprese per rendere socialmente visibile il loro procedere operativo e ridurre il distacco con cui l’attore economico è spesso percepito nella società.
«Culture e impresa» sarà il luogo dell’analisi dell’impresa e delle sue ragioni anche attraverso la testimonianza diretta dell’imprenditore, con la quale egli si autorappresenta e ci offre l’interpretazione autentica del proprio operato.
Uguale attenzione verrà posta nei confronti della molteplicità dei soggetti che concorrono con l’imprenditore a raggiungere i fini dell’impresa.

Tecnici, operai, manager, consulenti – ma anche, più in generale, portatori di interessi esterni - rappresentano l’intorno di risorse umane sulle quali si fonda la riuscita del disegno imprenditoriale e la cui attiva partecipazione è garanzia del suo successo.
Cosa ci aspettiamo da questa rivista? Che divenga luogo della riflessione tra imprenditori, attori dell’impresa e studiosi sulla base del reciproco riconoscimento di una comune matrice intellettuale che muove dalla rilevanza culturale degli obiettivi e dall’impronta scientifica delle prassi operative dell’impresa – analisi, decisione, verifica dei risultati.
Auspichiamo altresì che «Culture e impresa» offra l’occasione per porre agli attori economici la questione della memoria come fondamento della dimensione culturale ed etica del proprio operare.
La memoria – ovvero l’insieme degli elementi costitutivi del patrimonio storico-culturale dell’impresa e la disponibilità all’analisi retrospettiva del proprio operato – va riconosciuta, riprendendo Le Goff, come luogo del potere: essa è potente strumento organizzativo e strumento della formazione del consenso sociale interno ed esterno all’impresa; essa è una delle vie per attenuare la contraddizione tra la dimensione pubblica dell’economia e quella privata della proprietà dell’impresa. In questa accezione, la memoria elaborata dall’imprenditore e dall’insieme delle componenti dell’impresa diventa luogo della referenzialità morale e per ciò stesso dà concretezza a concetti oggi in voga quali la responsabilità sociale e la reputazione dell’impresa
Infine proponiamo «Culture e impresa» come uno strumento che faciliti l’accesso alla cultura d’impresa a chi deve impostare i percorsi educativi.


Perché una rivista elettronica e bilingue
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Abbiamo scelto di pubblicare una rivista on-line perché siamo consapevoli che la società contemporanea chiede un’informazione rapida, completa e al tempo stesso sistemica. Abbiamo scelto di servirci della multimedialità per comunicare attraverso il testo, le immagini e i suoni, rifiutando l'uso dell'iconografia come semplice supporto alla parola. Conciliare questi elementi con la profondità del pensiero e la completezza dell’informazione è una prova che affronteremo assieme agli autori.
Abbiamo immaginato «Culture e impresa» come un veicolo di comunicazione e comparazione con la realtà internazionale, oggi contesto naturale anche delle piccole e medie imprese.

La connotazione internazionale è oggi riconoscibile in un ampio numero di piccole e medie imprese. Questo dato per molti aspetti innovativo sta a significare che sempre più queste istituzioni dell’economia riescono a limitare il peso dei confini amministrativi sulla propria azione, o meglio, riescono a finalizzarli al raggiungimento dei propri obiettivi. Nel caso delle imprese multinazionali si assiste addirittura alla strutturazione di complesse culture aziendali che impongono ai propri collaboratori il superamento delle identità di provenienza.
La dimensione internazionale presenta per la nostra rivista una ulteriore utilità: da tempo nell’Europa centrale e settentrionale i patrimoni culturali delle imprese sono già stati individuati come beni culturali meritevoli di tutela e intorno ad essi sono sorte istituzioni solide e dotate di forte iniziativa culturale. Di qui la necessità di indagare le loro specificità e costruire un legame continuo di scambio informativo con l’esperienza italiana.
Anche su questo versante, dunque «Culture e impresa» intende essere luogo di scambio e di relazione.
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