Spazio ALT

Ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, all’interno di un edificio industriale dove un tempo si produceva cemento oggi si diffonde cultura. “Il Cementificio Italcementi è contraddizione: da un lato minimale ed essenziale quasi richiamasse il carattere pragmatico del cemento, dall’altro composito, movimentato, impreziosito da ornamenti eclettici, quasi come se volesse rammendare che il suo prodotto è strumento per arti umanistiche come l’architettura”. Sono le parole con cui Camillo Bertocchi descrive il carattere di questo edificio che dal 1980 è sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici e ascritto nella lista dei fabbricati più importanti di Archeologia Industriale italiana. L’ex Cementificio fu costruito nel 1883 dalla ditta F.lli Pesenti fu Antonio e chiuse definitivamente i battenti nel 1971. Questo “luogo della memoria” costituisce un vero e proprio monumento industriale, sia per il suo impatto sul territorio, sia per la tecnologia che utilizzava e sia per la sua importanza economica e sociale.

Lo stabilimento si articola in due parti principali, divise da una strada interna rettilinea; la prima parte, che comprende i sei forni verticali dotati ciascuno di una ciminiera a pianta circolare, grandi sotterranei coperti a volta con colonne in stile dorico, camminamenti e paesaggi a differenti quote, è dismesso e, rimasto per quarant’ anni pressoché intatto, si presenta agli occhi particolarmente suggestivo e carico di nostalgia. L’altra parte, quella occidentale, è realizzata in stile eclettico: si tratta di un lungo corpo di fabbrica, piuttosto basso, abbellito sulla facciata da un loggiato sorretto da colonne slanciate e bordato da una balaustra, che termina alle estremità in due torrette di stile neo-moresco decorate da archetti pensili. E’ in questo seconda area che nel 2009 viene inaugurato lo Spazio ALT Arte Lavoro Territorio.

Acquistato nel 2001, dopo aver ripulito e snellito l’ambiente a pianta quadrata da tutto quello che non era dell’epoca, Tullio Leggeri e Fausto Radici hanno deciso di sfruttare le parti laterali del piano terra per fare garage e cantine, e di adibire la parte centrale a museo. Mentre nelle parti laterali del piano rialzato sono stati progettati uffici, ristorante, loft e appartamenti con una corte centrale sovrastante il museo. Oltre al desiderio di intervenire il meno possibile sulla struttura, l’idea innovativa è il criterio di reversibilità che ha guidato tutto il progetto. Infatti sono statti scelti materiali (ferro, vetro e cartongesso) e strutture (impianti rigorosamente esterni e soppalcature cravattate sul fondo e bullonate a vista) che permetteranno al fabbricato di essere reinterpretato di volta in volta secondo le funzioni. Sempre nell’idea di modificare il meno possibile questo luogo è stata conservata perfino la centralina elettrica e i tubi in cui circolava l’acqua oggi riconvertiti in impianto di riscaldamento. La grande novità di ALT Arte Contemporanea consiste nel fatto di essere pensato come uno spazio contenitore di diverse esperienze, da manifestazioni a eventi, meeting culturali, sfilate di moda, spettacoli teatrali e musicali. Si tratta quindi di uno spazio vivo, contaminato da persone diverse che possano interrogarsi, criticare e godere dell’arte esposta e della peculiarità del luogo.

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