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«Prima che scompaia… » - MEMORO.org
di Renata Meazza
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5 anni, 10 mesi, 27 giorni, 17 ore, 26 minuti di memoria italiana trasferita da giugno 2008.
7 anni, 9 mesi, 29 giorni, 12 ore, 37 minuti di memoria internazionale.
80 anni l'età media degli intervistati in Italia.
79 anni l'età media degli intervistati nel Mondo.
Sono alcuni dei numeri della Banca della memoria, progetto fondato e avviato nel 2007 da Lorenzo Fenoglio, Franco Nicola, Valentina Vaio, Luca Novarino e attualmente partecipato da altre 13 persone che operano in nove differenti nazioni.
Le intenzioni dichiarate dai fondatori del progetto sono semplici: raccogliere esperienze e storie di vita di persone nate prima degli anni '40, sotto forma di racconti visivi di 10 minuti massimo per ricordare, «come si usava fare da bambini spesso accoccolati sulle gambe di un nonno», frammenti di vite vissute secondo usanze e valori di un'altra epoca. Viene anche richiamato il "valore" della memoria come veicolo di trasmissione della conoscenza, reso ancora più esplicito nell'uso del termine "Banca" a sostegno dell'idea di un valore patrimoniale della memoria.
Il mezzo scelto è la videoregistrazione per consentire di fissare la memoria vocale con i gesti e le espressioni che l'accompagnano; lo strumento di trasmissione è Internet per garantire la massima divulgazione possibile dei contenuti e soprattutto per interessare i più giovani.
Il sito è partecipato anche da amministrazioni pubbliche ad esempio la Provincia di Roma: 19 ore, 110 minuti di memorie per 170 videointerviste a 40 persone realizzate da 50 studenti di sette scuole superiori della Provincia sono il "tesoro" di memorie che raccontano di tutto, da semplici episodi della vita quotidiana ad importanti momenti storici come lo sbarco degli americani ad Anzio. Nascono anche progetti complessi come "ceraunvolt.it" realizzato in collaborazione con Enel Spa per raccogliere ricordi relativi al mondo dell'energia: «Hai un nonno che lavorava presso un'azienda elettrica? Tua nonna ha un ricordo legato all'arrivo degli elettrodomestici? L'anziano vicino di casa ricorda quanto è cambiata la sua vita quando l'energia elettrica è arrivata anche a casa sua? Bene, riprendili mentre raccontano le loro memorie e caricali sul sito». Per quaranta giorni, un camper girerà per tutta l'Italia (20 tappe presso centrali elettriche, 20 tappe nelle piazze principali dei capoluoghi italiani) a caccia di ricordi.
Banca della memoria è attualmente sponsorizzato da Birra Peroni spa, che, a seguito di un evento drammatico, l'incendio avvenuto presso lo stabilimento di Bari il 25 luglio 2008, decide di intraprendere questa nuova forma di autopromozione: con lo slogan «uniti oggi più di ieri» viene divulgato l'invito ai cittadini pugliesi a raccontare la loro personale storia dell'azienda per inserirla in una sezione dedicata a Birra Peroni sul sito di Banca della memoria.
Il progetto viene alimentato da numerosi "cacciatori di memorie" che girano armati di videoregistratore e di tanta passione e da video autoprodotti che vengono caricati direttamente sul sito. Ciò che viene trasmesso da Memoro è proprio passione ed entusiasmo, dei ricercatori e delle tante persone intervistate, animate dal desiderio di raccontare attraverso le loro narrazioni frammenti di vite vissute: un singolo episodio della quotidianità, un incontro importante, un sapere acquisito nel tempo, una storia da imprenditore, da operaio, da contadino, da madre o da nonna.
Per chi, come me, si occupa da tanti anni di documentazione etnografica anche attraverso la raccolta di storie orali e programmi di catalogazione di patrimoni documentali organizzati in banche dati, ciò che colpisce in questo progetto, è, da un lato, la molteplicità e insieme la casualità degli argomenti trattati, dall'altro, la semplicità degli accostamenti tematici ricercabili tramite tags di facile uso.
Memoro non è un progetto di ricerca "scientifica" storica o antropologica sull'oralità e da questo si distingue anche per l'accostamento, apparentemente casuale, di tante storie prive di una connessione tematica, territoriale, sociale. È la memoria in sé a costituire l'oggetto dell'indagine, la trasmissione di memorie il senso del progetto. La casualità degli argomenti narrati non nasconde però una sapiente regia nei montaggi che formano discorsi compiuti su singoli argomenti o episodi e fanno dimenticare la complessità della narrazione spontanea spesso frammentata e priva di organicità. La complessità della ricerca sull'oralità, che si accompagna alla difficoltà nella ricerca degli "informatori" più sapienti nell'ambito di tematiche specifiche, alla sperimentazione continua di corrette metodologie nel trattamento delle informazioni, sembra lasciare il posto al dato quantitativo relativo al numero di memorie immagazzinate e rese disponibili on line.
Una domanda sorge spontanea: qual è la finalità di tanto sforzo quantitativo nella produzione di memorie? I documenti sembrano indirizzati agli stessi interlocutori più che ad altri soggetti. Una sorta di autocelebrazione dei ricordi e di bulimia di informazioni rende la visita al sito appagante sul piano della curiosità ma un po' meno su quello della conoscenza.
Viviamo in una società globale che si interroga sempre più spesso sulla memoria e sulla correlata identità, individuale e collettiva, in questo senso e senza voler trascurare l'accuratezza con la quale i documenti vengono trattati, si può riconoscere in Memoro una certa ossessione per la memoria, la stessa ossessione che ritroviamo nei media, dove il nostro tempo viene descritto come un tempo a rischio di perdita di memoria, con un effetto, a mio parere altrettanto devastante, che è quello di generare il bisogno di conservare la memoria del mondo.
Ben ci aveva messo in guardia da questo pericolo Gabriel Garcia Marquez in "Cent'anni di solitudine". Racconta Marquez che l'immaginario villaggio di Macondo è colpito da una strana epidemia che provoca la progressiva perdita dei ricordi. Il fabbro del paese, preoccupato del fatto di far fatica a ricordare persino il nome degli strumenti che adopera tutti i giorni, comincia ad incollare etichette su ogni oggetto: incudine, martello, tenaglie... Colpito da questo rimedio anche il sindaco di Macondo, José Arcadio Buendìa, inizia ad etichettare tutto il paese. Scrive Marquez:

Segnò gli animali e le piante: vacca, capro, porco, gallina, manioca, banano. A poco a poco, studiando le infinite possibilità del dimenticare, si accorse che poteva arrivare un giorno in cui si sarebbero ricordate le cose dalle loro iscrizioni, ma non se ne sarebbe ricordata l'utilità. Allora fu più esplicito... Questa è la vacca, bisogna mungerla tutte le mattine in modo che produca latte, e il latte bisogna farlo bollire per aggiungerlo al caffè e fare il caffelatte.

Nel tentativo estremo di salvare la memoria dei suoi compaesani Buendìa cerca di costruire una macchina della memoria dove immagazzinare tutte le esperienze e le conoscenze accumulate da ognuno di loro escogitando migliaia di lemmi.
Nel tentativo estremo di salvare la memoria del mondo Memoro ha costruito una banca virtuale dove immagazzinare le conoscenze e le esperienze di migliaia di persone che vengono comunicate ad altrettante migliaia di persone, potenziali utenti del web. Come professionisti e appassionati di racconti narrati, di storie di vita e certi dell'impegno e delle meritevoli intenzioni dei "cacciatori di memoria" di Memoro, ci sorge un'ulteriore domanda: quando riusciremo a sopravvivere all'oblio?

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