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La Camera di commercio di Genova a duecento anni dalla sua fondazione: intervista a Paolo Cesare Odone
di Alessandro Lombardo

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Alessandro Lombardo: Sono stati celebrati, con il giusto rilievo, i duecento anni della Camera di Commercio, una storia particolarmente significativa per lo sviluppo economico della città e non solo. Quali rapporti ha questa lunga storia con la realtà di oggi?

Paolo Cesare Odone: La Camera di Commercio di Genova, fondata nel 1805 da Napoleone subito dopo l’annessione alla Francia della gloriosa Repubblica genovese, ha contribuito alla nascita e allo sviluppo delle prime industrie italiane, nel campo della produzione di beni strumentali, della cantieristica, della meccanica e della siderurgia. Prima ancora del Consorzio del Porto, alla cui fondazione partecipò nel 1903, la Camera di Commercio si occupava di problemi marittimi, promuoveva la navigazione a vapore e partecipava attivamente all’iniziativa di Ferdinando de Lesseps per l’apertura del Canale di Suez. Seguiva con interesse le nuove scoperte nel campo delle comunicazioni e promuoveva la costruzione delle infrastrutture (la ferrovia Genova–Torino, inaugurata nel 1854, la Carrettiera Carlo Alberto, oggi Via Gramsci, il deposito franco, che gestì direttamente dal 1877). Nel dopoguerra, poi, ha contribuito in maniera determinante a promuovere la diffusione dell’idea dell’Europa all’interno della classe imprenditoriale genovese.
Come vede, l’industria, il porto e le infrastrutture sono tre temi che attraversano come un fil rouge questi duecento anni di storia camerale, e che ancora oggi sono al primo posto nella nostra agenda.

A.L.: La CCIAA, con la sua Presidenza, dimostra sensibilità nella promozione del sistema imprenditoriale genovese anche attraverso la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale delle aziende. In proposito, è sufficiente ricordare il sostegno accordato alla Fondazione Ansaldo o la recente premiazione delle aziende centenarie. Secondo Lei quali ulteriori azioni o iniziative culturali potrebbero essere utilmente intraprese in tal senso?

P.C.O.: Nei suoi 200 anni di vita, la Camera di Commercio ha accumulato un patrimonio documentale di elevatissimo valore storico (specialmente per la parte riguardante la vita economica di Genova e del territorio) ed ha costituito una Biblioteca di notevole pregio.
Naturalmente, un tale patrimonio necessita di una cura continua, ma non soltanto in senso fisico: anche fattori immateriali, come l’introduzione da parte del legislatore di nuove procedure legate all’informatizzazione della P.A. (come ad esempio il protocollo informatico), la sempre più capillare diffusione di Internet e l’obsolescenza di software archivistici ormai non più supportati dai più moderni sistemi informatici, sono da tenere in debito conto.
Di conseguenza, la Camera di Commercio ha attivato tre linee di intervento, che riguardano il riordino e la razionalizzazione dell’archivio storico e di deposito, in collaborazione proprio con la Fondazione Ansaldo, l’informatizzazione del catalogo della Biblioteca camerale e la catalogazione e digitalizzazione dei manoscritti e delle pubblicazioni del Fondo antico. E’ inoltre allo studio un progetto di valorizzazione dell’archivio del Registro delle Società , operazione di grande portata che riguarda la storia imprenditoriale genovese dal 1882 al 1942, anno in cui entra in vigore il Codice Civile, con conseguente abrogazione del Codice del Commercio.

A.L.: La riforma del 1993 disegnava un Ente Camerale quale ‘tavolo di progettazione delle strategie del territorio”. In base al dettato della legge e alle specifiche riflessioni in Giunta e Presidenza della CCIAA di Genova, quali sono le linee strategiche di sviluppo d’area tracciate dall’istituzione di rappresentanza delle categorie economiche?

P.C.O.: La Camera di Commercio, nella propria funzione di Ente in grado di rappresentare l’unitarietà del sistema economico provinciale, continuerà a sviluppare, nell’ambito di una strategia complessiva mirata al potenziamento dell’economia locale nell’anno di metà mandato, quelli che nel 2004 erano stati indicati come fattori indispensabili al rilancio e al consolidamento del proprio ruolo in relazione alla promozione economica provinciale e al sempre migliore dialogo con le altre istituzioni, vale a dire: infrastrutture e logistica, internazionalizzazione, valorizzazione del territorio, innovazione e trasferimenti tecnologici, valorizzazione del patrimonio documentale e immobiliare, e-government,  formazione e orientamento al lavoro, regolazione del mercato. Per quanto concerne quest’ultimo filone strategico dell’azione camerale, la legge di riforma delle Camera di Commercio (nr. 580/93) ha attribuito alle Camera di Commercio nuove e rilevanti competenze, riconoscendole come sedi ideali, in quanto garantiscono le necessarie condizioni di terzietà, imparzialità e indipendenza, sia per la promozione di un funzionamento del mercato basato su regole certe e trasparenti, sia per la risoluzione di controversie. Stiamo,   quindi, potenziando attività quali la costituzione di commissioni arbitrali e conciliative per la risoluzione di controversie tra imprese e tra le stesse ed i consumatori; la predisposizione  di contratti-tipo tra imprese, loro associazioni e le associazioni di consumatori; il controllo sulla presenza di clausole inique inserite nei contratti. In tema di giustizia alternativa, inoltre,  tutte le Camere di Commercio hanno istituito Camere arbitrali e sviluppato una rete di servizi di conciliazione uniforme su tutto il territorio nazionale. Più in particolare la Camera di Genova ha – da oltre  un secolo – dedicato una particolare attenzione al tema della prevenzione e della risoluzione delle controversie commerciali (La Borsa Merci di Genova è stata la sede di una delle più antiche Camere arbitrali settoriali italiane) e questa tradizione continua tuttora con una particolare attenzione all’istituto della conciliazione, intesa come strumento che consente alle parti di raggiungere una soluzione con il solo aiuto di un terzo – il conciliatore – neutrale ed imparziale.

A.L.: L’attività di raccolta e collazione dei dati da parte del sistema camerale ricorda – in qualche misura – l’opera di archiviazione della ‘memoria storica industriale’ da parte di Fondazione Ansaldo: un comune uso attivo e propulsivo del dato. Unioncamere nazionale, attraverso il Progetto Excelsior, opera un costante monitoraggio sull’evoluzione della creazione di lavoro del sistema produttivo italiano. Alla luce del dato 2005 ben il 33% di tale fabbisogno si colloca nell’area di una manualità evoluta che conferma la persistente vitalità “del saper fare” di tipo industrial-manifatturiero. Il dato provinciale conferma quello nazionale? E se sì, quali indicazioni trarne in materia di vocazioni e specializzazioni produttive territoriali?

P.C.O.: Il dato genovese si attesta sul 23% e risulta, dunque, inferiore al dato nazionale, ma ritengo che l’aspetto più interessante da prendere in considerazione sia quello relativo alle assunzioni di manodopera specializzata:  mentre a livello nazionale la richiesta di operai qualificati si ferma al 34%, nella nostra provincia sfiora il 60% e le imprese della nostra provincia incontrano grande difficoltà nel reperimento di tale manodopera (le imprese segnalano problemi in questo senso ben nel 40% dei casi).
E’ un dato preoccupante, assolutamente non da trascurare, anche e soprattutto da parte della Camera di Commercio che ha l’orientamento al lavoro e la formazione tra le proprie priorità strategiche. Riguardo a questo filone di attività desidero ricordare che il  sistema camerale è da lungo tempo impegnato nel campo della formazione manageriale e imprenditoriale con l’obiettivo di fornire risposte concrete, in termini di competenze specifiche, ai settori economici che maggiormente contribuiscono allo sviluppo del territorio. L'Ente camerale, in accordo con l’Ateneo genovese,  realizza  iniziative di orientamento a favore degli studenti al fine di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro con l'attivazione di momenti di alternanza tra studio e lavoro attraverso stages presso le imprese della provincia. La Camera, inoltre, in collaborazione con il Centro Ligure per la Produttività, l'Agenzia formativa della Camera di Commercio di Genova, promuove da tempo  iniziative formative rivolte a chi sta valutando l'opportunità di mettersi in proprio e per il personale delle piccole e medie imprese che necessita di aggiornamento e formazione manageriale.

A.L.: Alla luce delle trasformazioni in atto e guardando al futuro quali cambiamenti strutturali apporterebbe alle Camere di Commercio per renderle maggiormente protagoniste?

P.C.O.: In questo momento il dibattito sull’opportunità di mantenere le Camere di Commercio all’interno del sistema pubblico è particolarmente acceso ed alcuni hanno prospettato l’ipotesi della privatizzazione. Io non sono d’accordo: sono convinto che la forza delle Camere di Commercio stia proprio nella loro natura pubblica, che permette loro di proporsi come stanza di compensazione fra le esigenze delle diverse categorie economiche e come interlocutore privilegiato delle altre istituzioni, in primis delle Regioni, nei confronti del sistema delle imprese. Non a caso le Camere di Commercio italiane appartengono al modello francese, dove le Chambres sono una vera e propria potenza economica e un esempio di buona amministrazione pubblica, e non a quello anglosassone, dove le Chambers of Commerce sono libere associazioni di imprenditori che competono sul mercato con gli altri gruppi di interesse.

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