Intervista
a Giancarlo Gonizzi
(curatore Archivio storico Barilla)
di Maria
Chiara Corazza
realizzata il 26-02-2001 (agg. 15-09-2004)
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Ricostruire
un archivio
L'archivio
oggi
L'organizzazione
dell'archivio
L'archivio raccoglie, conserva, comunica
Le
istituzioni culturali dell'impresa
M.C.C.: Stavo pensando a questa
varietà di documentazione: come viene utilizzata
poi all’interno dell’azienda e come
viene comunicata all’esterno? Qual è
il ruolo attivo dell’archivio nella quotidianità
dell’azienda?
G.G.: Quando l’archivio
nacque nel 1987, gli obiettivi
fissati erano tre: raccogliere,
conservare e valorizzare.
Se non si raccoglie non si conserva, se non si conserva
nulla resta perché possa essere valorizzato;
ma se non si valorizza, quello che si è fatto
prima non serve a niente e a nessuno. Quindi
la regola della valorizzazione è essenziale
nella logica dell’Archivio storico Barilla.
Valorizzazione significa promuovere la circolazione
delle idee e della conoscenza all’interno
dell’azienda e promuovere la diffusione di
elementi di eccellenza all’esterno dell’azienda.
All’interno dell’azienda questo porta
ad accogliere e ospitare i manager dei singoli prodotti
commerciali ogniqualvolta si tratti di lanciare
o rilanciare un prodotto storico o una novità,
affinché la visione storica del prodotto,
delle linee, del marchio, consenta un più
appropriato lavoro di marketing,
di posizionamento, di comunicazione,
Questo, naturalmente lo fanno loro, i product manager,
ma qui trovano la documentazione utile per il loro
lavoro. Se si tratta di ampliare la gamma dei Togo,
il responsabile dei Togo viene qui, studia la comunicazione
e la pubblicità, vede quello che c’è
e di lì trae le opportune conclusioni. L’archivio
quindi vissuto come miniera di idee
e come stratificazione delle esperienze.
Ci sono poi i corsi dedicati ai
neoassunti in azienda. Le persone
che vengono a lavorare in Barilla e che non conoscono
il gruppo Barilla, la sua filosofia, i suoi obiettivi,
il suo modo di lavorare e la sua storia
vengono invitati a partecipare a un corso di una
settimana, full time, che presenta a grandi linee
l’organizzazione del gruppo. In questo contesto
c’è mezza giornata – il pomeriggio
del primo giorno – dedicata alla storia dell’azienda
e alla storia del prodotto pasta, che viene svolta
qui all’archivio storico, in mezzo agli oggetti,
in mezzo ai documenti, in modo tale che le persone
che vengono, sia italiane che straniere, possano
trovare elementi di approfondimento e comunque conoscere
una struttura che è al loro
servizio. Esistono poi risposte concrete
a sollecitazioni specifiche che l’azienda
fa sulla ricerca di un articolo, un documento, un
dossier. Operazioni che fa ogni archivio.
Sul
versante esterno, ci sono diversi aspetti da considerare.
Uno è dedicato al mondo della scuola,
della ricerca, dell’Università,
con una disponibilità alle tesi di laurea
e alle ricerche: sono una decina d’anni che
noi siamo aperti al pubblico il giorno di venerdì
per fare tesi di laurea. Il sistema è stato
codificato in modo abbastanza preciso anche attraverso
il sito Internet: chi vuole si prenota – con
un modulo specifico che è scaricabile on
line – viene contattato per un appuntamento
e poi riceve tutto l’aiuto possibile per studiare
la documentazione che gli occorre. Naturalmente
– ed è l’unica condizione –
gli viene richiesta una copia della propria ricerca
da conservare nell’archivio storico. Queste
ricerche hanno superato il centinaio ormai. Oggi
siamo nell’ordine delle sessanta/sessantacinque
ricerche annuali, mentre negli anni passati, all’inizio
erano poche, più sporadiche. Il meccanismo
funziona e anzi ci sono molte tesi che non passano
di qui, ma che in qualche modo sfiorano l’archivio
perché sono ricerche di documenti specifici
che vengono inviati in copia e poi i lavori proseguono.
Esiste poi, in alcuni casi, un accordo con i docenti
per studiare in modo intensivo determinati fondi:
non è più lo studente che chiede di
fare una specifica ricerca, ma si tratta di studenti
che approfondiscono uno specifico fondo dell’archivio,
a vantaggio reciproco sia dell’archivio storico
che dell’istituzione. Ci sono poi i giornalisti
che chiedono informazioni e documenti su vari aspetti
dell’azienda e dei marchi: giornalisti che
possono essere della carta stampata ma anche della
televisione. Si tratta in questo caso di fare riprese
televisive di oggetti, invio di fotografie, di pubblicazioni.
C’è poi il settore delle pubblicazioni
e della divulgazione. L’archivio
promuove di volta in volta la pubblicazione di articoli
su oggetti, oggetti ritrovati, fondi, eventi, materiali
che fanno parte dell’archivio, per divulgare
a piccole dosi un po’ della storia dell’azienda
nel tempo. Parallelamente ci sono delle pubblicazioni
promosse dall’azienda, in cui ovviamente l’archivio
storico mette tutta la documentazione possibile,
dedicate ai vari marchi: è stata fatta la
storia della pubblicità e della comunicazione
Barilla, per Mulino Bianco, per Pavesi, e poi nel
tempo questo materiale si è arricchito con
una monografia dedicata alla storia della pasta.
Esiste poi un aiuto che viene dato alla redazione
di «Gente Barilla»
che è l’house organ e che in ogni numero
porta informazioni e notizie spesso estrapolate
dall’archivio storico o che comunque fanno
riferimento alla storia aziendale. Poi, in realtà
ci sono tante altre occasioni e opportunità:
l’azienda vive l’archivio
come un importante fornitore di servizi,
poiché c’è e funziona grazie
alle persone che ci lavorano.
C’è il settore delle mostre
che è partito da alcuni anni e che si sta
intensificando. All’inizio ci siamo accontentati
di prestare oggetti a mostre promosse da altri.
Si è trattato di prestare, ad esempio, oggetti
di Carboni per un’antologica dedicata all’architetto
e al designer, oggetti per altre esposizioni specifiche
dedicate al packaging o ad altri temi. Oggi stiamo
arrivando a promuovere direttamente delle mostre.
Via
via tutto quello che abbiamo raccolto nel corso
del tempo diventa elemento importante di comunicazione.
Non ha molto senso investire solo e soltanto per
conservare, se quello che viene conservato non serve
a nessuno. Si tratta di rimettere in circolazione
le immagini, gli oggetti, i documenti – chiaramente
secondo la loro possibilità intrinseca –
in modo tale da divulgare, comunicare,
far percepire che la storia non
è una zavorra, bensì un trampolino
di lancio. Non si può – questa
è una mia convinzione – fare innovazione
se non si conosce la tradizione.
Ciò che è innovazione
vera non può prescindere
da quella che è la storia.
Questo gli uomini Barilla lo sanno molto bene e
sanno anche che dopo un secolo e più tutto
quello che poteva essere stato detto e raccontato
sul prodotto lo è stato. Quindi più
che grosse novità, si tratta di cogliere
il momento storico preciso e di proporre l’argomento
e il tema idoneo a quel momento. In archivio c’è
già fondamentalmente tutto, salvo prodotti
innovativi o recenti. Mi riferisco sostanzialmente
alla pasta.
M.C.C.: Pregi, difetti e difficoltà
connesse a un archivio delle dimensioni di quello
Barilla.
G.G.: Se ci fossero altre due
persone a lavorare qui, ci sarebbe da fare per loro
a tempo pieno, ma la mission aziendale è
quella di produrre pasta, non quella di archiviare
documenti, per cui è già notevole
il fatto che esista un archivio storico e che l’azienda
tanto ci creda e tanto ci investa.
Le difficoltà sono date principalmente dalla
limitatezza oggettiva delle risorse, risorse di
tipo economico e di tipo umano. Non percepisco difficoltà
nel senso di pregiudizi. Ossia, credo che sia compito
di ogni persona far maturare e crescere
gli altri nei confronti di una tematica. Ovviamente
l’azienda – e quando dico azienda intendo
i suoi vertici – ha maturato progressivamente,
con l’evoluzione, quella che è l’idea
dell’archivio storico. Da questo
punto di vista, devo dichiarami completamente soddisfatto;
probabilmente in altre aziende esistono difficoltà
maggiori in questo senso. Qui no. È un problema
intrinseco di risorse. Peraltro l’azienda
ha anche appoggiato e favorito la nascita –
insieme ad altri imprenditori naturalmente –
di Museimpresa, l’associazione degli archivi
e dei musei dell’impresa italiana.
Immagini
per gentile concessione dell'Archivio storico Barilla
© Barilla G. & R. F.lli Spa