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Fondazioni d’impresa: cultura, territorio e responsabilità sociale
di Tommaso Fanfani

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Venerdì 6 novembre si è svolto a Pontedera, nei locali della Fondazione Piaggio, il seminario di studi sul tema Fondazioni d’impresa: cultura, territorio e responsabilità sociale. Organizzato dalla stessa Fondazione Piaggio, che ha voluto ricordare il 15° anniversario dalla propria nascita con una giornata di studi per i rappresentanti delle Fondazioni d’impresa italiane, l’incontro ha ripreso le argomentazioni sviluppate nella precedente analoga giornata di studio svoltasi a Milano il giorno 8 maggio 2009, organizzata dalla Fondazione Aem.
Dopo i saluti delle autorità locali e del rappresentante di Museimpresa, quale presidente della Fondazione Piaggio ho introdotto i lavori ponendo gli interrogativi che con maggiore frequenza coinvolgono le Fondazioni d’impresa, le aziende e i responsabili dei progetti culturali delle imprese stesse.
In particolare gli argomenti proposti sono stati:

  • Fondazioni d’impresa e territorio: quali sono i rapporti? Quali le soluzioni possibili per ottimizzare l’impegno delle Fondazioni sul fronte della cultura, della formazione, della “sussidiarietà” verso le aspettative della società “esterna” all’azienda, nel terreno delle attività fruibili dal territorio? La governance della Fondazione deve (o può) risentire del coinvolgimento con il territorio?
  • Nell’esperienza Piaggio (ma anche in altre esperienze di progetto culturale d’impresa) la Fondazione organizza e gestisce il museo e l’archivio storico dell’impresa, esercitando in questo la funzione di soggetto che dà valore al patrimonio storico di un’azienda, ma al tempo stesso di un territorio, di una comunità, che raccoglie il senso di appartenenza dei lavoratori, impiegati, manager e imprenditori. Si tratta di un modello di Fondazione da perseguire oppure rappresenta un’esposizione “esterna” dell’impresa che può anche non essere sempre funzionale alle strategie dell’impresa stessa?
  • Rapporto tra Fondazione d’impresa e azienda: la Fondazione è la “costola” culturale dell’azienda che, pur non dimenticando l’appartenenza al proprio brand, svolge un ruolo non profit di promozione dei valori immateriali dell’impresa. Quali sono i “paletti” operativi tra Fondazione e impresa? Nella difficoltà della crisi finanziaria dei nostri giorni o nella fase di mutamento della proprietà e/o dell’assetto societario, o nei periodi di crisi dell’impresa, la Fondazione può mantenere un proprio ruolo autonomo?
  • Infine gli investimenti dell’impresa nelle Fondazioni culturali sono assoggettati a regime fiscale privilegiato. Le Fondazioni d’impresa possono coordinarsi e ottimizzare i benefici previsti dalla legislazione nazionale. È possibile immaginare una “casa delle Fondazioni d’impresa” in cui confrontarsi sui temi e sui problemi di ordine organizzativo, culturale, strategico?

Dopo l’introduzione ai lavori, le due splendide relazioni di Stefano Baia Curioni e di Giuseppe Paletta hanno circoscritto il primo il tema “impresa e cultura”, affrontando con chiarezza e propositività operativa il modo di essere incisivo delle Fondazioni d’impresa sul terreno della promozione di eventi legati all’arte e alla cultura, la necessità di programmare le attività coerentemente con le risorse disponibili e nell’ottica della promozione di eventi artistici o di sponsorizzazioni adeguate con lo standard alto delle Fondazioni che portano il nome delle imprese. Occorrono risorse, chiarezza di progettualità, saper guardare lontano.
Giuseppe Paletta ha ricostruito il percorso delle Fondazioni d’impresa italiane portando all’attenzione di tutti le difficoltà, la necessità di interazione operativa e progettuale tra Fondazioni e imprese, il contributo che esse possono dare alla crescita della sensibilità culturale delle imprese stesse, ma anche e soprattutto al territorio. Gli enti culturali delle imprese, di qualsiasi comparto merceologico, hanno l’obiettivo di intercettare le aspettative dei dipendenti dell’azienda, unitamente a quelle delle istituzioni territoriali, degli enti locali, degli stakeholder in generale. Le Fondazioni d’impresa è importante che siano promosse dall’azienda, ma le forme “generative” possono essere differenti, com’è il caso di Fondazioni promosse dagli stessi dipendenti. Dalla spinta iniziale può dipendere il successo o meno della Fondazione stessa.
Tutti i partecipanti sono intervenuti con argomentazioni, tesi a confronto e con proposte operative verso l’obiettivo della costruzione di una “casa delle Fondazioni d’impresa”, portando ciascuno la propria esperienza e la propria sensibilità culturale.
Alberto Sciumè, chiudendo i lavori della giornata ha sottolineato la necessità di trovare un coordinamento, nell’ottica di consentire alle Fondazioni d’impresa di interpretare il loro ruolo culturale verso le aziende che rappresentano, verso il territorio e verso le potenziali aspettative della società civile e produttiva.
La giornata è pertanto terminata nella prospettiva di una nuova occasione di dibattito che, come a Milano l’8 maggio e come a Pontedera il 6 novembre, sappia raccogliere i suggerimenti, le proposte nell’obiettivo di creare un tavolo di regia dove tutte le Fondazioni possano trovare un terreno di confronto, di conoscenza e di progettualità.

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